Il discoglosso sardo all’isola del Giglio: un progetto promosso dal parco dell’Arcipelago toscano per favorire la riproduzione di questo raro anfibio che ha sofferto la siccità e i cambiamenti climatici. È stata scelta proprio l’isola del Giglio per realizzare nuovi siti idrici che mirano a ricreare pozze e stagni per accogliere le sue uova e, ce lo auguriamo, una moltitudine di piccoli girini.
Una specie da proteggere. Nuovi siti di riproduzione all’isola del Giglio per il discoglosso sardo:
Il discoglosso sardo è un piccolo anfibio endemico dell’area del Mediterraneo che, come suggerisce il nome, vive prevalentemente in Sardegna. Si può trovare tuttavia anche sul Monte Argentario, all’isola del Giglio e di Montecristo. Come tutti gli anfibi ama la ricca vegetazione, l’umidità, l’acqua (stagni, fiumi, torrenti ecc.) e passa il suo tempo a nascondersi sotto i sassi dei fondali piuttosto che spuntare sulla superficie. Può avere varie colorazioni (grigio, crema o marrone), ma lo si riconosce dalla presenza di due macchie giallo-dorate o bronzee situate sul dorso e sul muso, fra occhi e narici. Può vivere dal livello del mare fino a 1200 metri d’altitudine.
I cambiamenti climatici e la scarsità di piogge mettono a rischio benessere del discoglosso. Infatti, le precipitazioni sono molto concentrate e non diffuse, il che comporta un rapido essiccamento delle pozze in cui questo animale dimora nei suoi cicli riproduttivi. Per aiutare l’anfibio a ritrovare il suo habitat e ripopolare stagni e fiumi, sono stati stanziati fondi europei per il progetto Life Letsgo Giglio, promosso dal Parco dell’Arcipelago toscano.
L’isola del Giglio ospiterà iniziative volte a favorire la riproduzione del discoglosso sardo attraverso la predisposizione di apposite strutture situate nel territorio. Precisamente in sette siti, scelti per le loro caratteristiche morfologiche, idriche e paesaggistiche.
Il progetto ha dato l’avvio alla realizzazione di alcuni stagni artificiali: delle vasche in mattoni e cocciopesto a Giglio Castello, in prossimità di fonti d’acqua e fontanili. Inoltre, gli interventi di riqualificazione idrica sulla costa e nell’entroterra consentiranno la formazione di acquitrini naturali in cui piccoli anfibi potranno deporre le loro uova.
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Photo Credits
Foto di Benny Trapp da Wikimedia
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