Il termine palio deriva dal latino “pallium” e indicava la veste greca, formata da una larga coperta di lana di forma quadrangolare, avvolta intorno al corpo e fissata alle spalle con una fibbia. Successivamente il termine passò a indicare il premio in forma di drappo o labaro donato al vincitore di una competizione di tipo equestre.
Le origini di questo tipo di manifestazione risalgono all’età dei liberi comuni italiani. Oggi la corsa del Palio è una tradizione consolidata in molte città d’Italia, spesso inserita all’interno di rievocazioni medievali. Il più celebre è sicuramente quello di Siena, ma anche sull’isola del Giglio viene organizzato un palio, in occasione dei festeggiamenti di San Mamiliano, che ha come protagonisti gli asini.
Curiosità su questa antica tradizione dell’isola:
Vescovo di Palermo, San Mamiliano, visse nel 400 d.C.. Esiliato da Genserico, re dei Vandali, a Cartagine, il vescovo riuscì a fuggire prima in Sardegna e poi in Toscana dove trovò rifugio sulla piccola isola di Montecristo, nell’arcipelago toscano, vivendo da eremita fino alla morte. Poco prima della sua dipartita, Mamiliano chiese espressamente di essere sepolto sulla vicina isola del Giglio, dove oggi è conservato il suo braccio, venerato come una reliquia sacra.
Ogni anno Giglio Castello festeggia il santo in due date: il 18 novembre, in ricordo dell’ultima invasione piratesca dell’isola durante la quale i gigliesi, grazie alla sua intercessione, riuscirono a sconfiggere duemila tunisini, e il 15 Settembre, data della sua morte, la Festa Patronale. In quest’ultima occasione vengono organizzati vari eventi: una storica processione, la tradizionale quadriglia e il Palio degli asini, durante il quale si sfidano i vari rioni di Giglio Castello.
Quattro i rioni che si contendono il premio: Rocca, Cisterna, Casamatta e Centro. I fantini indossano i colori dei loro rioni e montano a pelo i “ciuchi “sui quali si lanciano in una rocambolesca gara nella piazza del paese. Al termine dei 3 giri di piazza viene decretato il migliore: colui che per primo taglia il traguardo.
Il tutto avviene sotto gli occhi delle madrine rionali e delle tifoserie che incitano con gran forza i loro beniamini. Una manifestazione molto sentita dagli abitanti di Giglio Castello e che mostra quanto la cultura del posto affondi le sue radici nella tradizione contadina.
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