Perseguitato dall’imperatore Diocleziano, San Mamiliano vagò per tutto il Mediterraneo, dalle coste della Tunisia alla Sardegna. Fino a quando approdò su una piccola isoletta quasi sconosciuta chiamata Monte Giove. Qui comincia una delle leggende legate al santo patrono dell’isola del Giglio.
Mamiliano pensava di aver trovato finalmente la pace, dopo l’orrore della persecuzione. Invece, secondo la leggenda, quella piccola isoletta era gelosamente custodita da un animale feroce: un enorme drago alato che aveva costruito qui la sua “tana”.
Mamiliano non poteva permettere che un creatura empia come un drago vivesse in quel luogo. Ne scaturì una battaglia furibonda. Una battaglia che avrebbe visto Mamiliano vittorioso sul drago. Dall’uccisione ne sarebbero derivati un favoloso tesoro (che a sua volta è diventato leggenda) e una fonte di acqua purissima.
Al di là della leggenda, la metafora è più che palese: il Cristianesimo che spazza via il paganesimo dall’isola, dove si pensa che fu costruito anche un tempio dedicato a Giove. E, dopo la morte di San Mamiliano, Monte Giove assunse il nome con cui è conosciuta ancora oggi: Montecristo.
Fonte immagine: “Martorell – Sant Jordi” by Bernat Martorell – AA.VV.,El llibre d’or de l’art català, Edicions Primera Plana, Barcelona, 1997.. Licensed under Public Domain via Commons
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