L’isola del Giglio non è solo terra di spiagge e di natura. È anche luogo ricco di storia e fascino. Due caratteristiche fondamentali per far nascere leggende. E ce n’è una, in particolare, che davvero tutti i gigliesi conoscono: è quella del braccio di San Mamiliano, patrono dell’isola.
San Mamiliano ebbe una vita abbastanza travagliata. Girò in lungo e in largo per tutta la Penisola e il Mediterraneo per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali. Il suo peregrinare ebbe fine quando approdò su una piccola isoletta, Monte Giove, dove morì. Dopo la sua morte, quell’isoletta fu chiamata Montecristo.
La leggenda comincia a questo punto. Si racconta che, dopo la sua morte, la salma del santo fu riportata sull’isola del Giglio. In particolare, i suoi resti furono portati dove in seguito sarebbe sorto il centro abitato di Giglio Castello.
Ma c’era anche qualcun altro che bramava le spoglie del santo. Di notte, un gruppo di elbani e genovesi, senza essere visto da nessuno, approdò sull’isola del Giglio. E tentò di trafugare la salma.
Ne seguì una violenta baruffa. In cui nessuno voleva mollare la presa: gigliesi, elbani e genovesi non avrebbero mai rinunciato al santo. All’improvviso, il corpo del santo si smembrò nelle mani dei contendenti.
Che si tratti di una leggenda o meno, ancora oggi agli abitanti dell’isola del Giglio resta il braccio di San Mamiliano, venerato come preziosa reliquia.
Fonte immagine: Flickr.com/photos/jimforest
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