L’Isola del Giglio è una delle località italiane più amate dai sub di tutto il mondo. Questa offre infatti delle immersioni poco impegnative, ma molto suggestive. Le immersioni più frequentate avvengono a Cala Cupa, a Le Scole, alla Punta del Fenaio, alla Punta di Capel Rosso, alla Punta delle Secche, allo Scoglio della Cappa, allo Scoglio del Corvo e allo Scoglio di Pietrabona. Queste località sono facilmente raggiungibili partendo dal porto dell’Isola del Giglio. Le acque del Giglio sono limpide e cristalline, i suoi fondali sono abitati da tante diverse specie di flora e di fauna. Tra queste troviamo pure animali rari come le stelle marine Astrospartus mediterraneus, dette anche “stelle gorgone”.
Le stelle gorgone, le stelle marine dell’Isola del Giglio :
La stella gorgone è un’echinoderma appartenente alla famiglia delle Gorgonocephalidae. Nel nostro paese, finora la presenza di queste stelle marine è stata segnalata solo sui fondali dell’Isola del Giglio, nello stretto di Messina e a Tor Paterno, località nei pressi di Civitavecchia.
Il loro nome scientifico deriva dai termini latini “aster” e “spartos”, che significano rispettivamente “stella” e “arbusto”. In francese sono chiamate anche “Gorgonocéphale”, o “tête de Méduse”, in spagnolo “Gorgoncéfalo”. Si fa riferimento al mito di Medusa, la gorgone, figura mitologica la cui chioma era costituita da un groviglio di serpenti vivi. In inglese queste stelle marine vengono denominate anche “basket star”, per la loro abitudine di raggomitolarsi a cesto durante il giorno.
La stella gorgone si caratterizza per avere cinque grandi tentacoli, che a loro volta si ramificano. Può muovere i suoi tentacoli in ogni direzione. Grazie a questi può arrampicarsi ai rami delle gorgonie, degli octocoralli coloniali diffusi sui fondali dell’Isola del Giglio. Il loro corpo mediamente ha un diametro di 8 cm, con un’apertura dei tentacoli che può arrivare complessivamente fino a 40 cm, per una lunghezza totale dell’esemplare di ben 80 cm.
Questo tipo di stella marina generalmente si riconosce facilmente per il suo colore chiaro, tendente al bianco-rosato o al grigio-beige.
La stella gorgone è un filtratore passivo, che si nutre aprendo i suoi tentacoli. Il suo nutrimento privilegiato sono le microparticelle planctoniche. Tuttavia, questo animale marino non si accontenta solo di filtrare passivamente l’acqua circostante. I suoi tentacoli sono sottili, mobili e costellati di piccolissimi uncini, strumenti perfetti per arrotolarsi in modo rapidissimo attorno a delle piccole prede. Una volta che queste vengono catturate non hanno più scampo. La presa dei tentacoli della stella gorgone è molto forte. L’efficacia di questa stretta è potenziata da secrezioni mucose capace di incollare mortalmente la preda.
La caccia generalmente avviene di notte e può durare anche per tutta la nottata. Mano a mano che la stella si sazia il suo aspetto muta, l’animale ritira i suoi tentacoli arrotolandosi e si raggrinzisce, tornando a diventare un ammasso apparentemente informe di filamenti.
La stella gorgone si trova generalmente nel Mar Mediterraneo, sulle coste dell’Oceano Atlantico e sulle coste della Spagna e del Senegal, in Algeria e in Marocco. Tendenzialmente vive tra i 30 e gli 800 m di profondità, in particolare sulle spugne marine, o sui rami di Paramuricea clavata e di Eunicella singularis. È un animale estremamente fotofobico, preferisce quindi muoversi in notturna. I sessi delle stelle gorgone sono separati e pare che in questa specie non esista disformismo sessuale. La fecondazione avviene nelle acque libere con l’emissione di uova e spermatozoi in mare aperto. La lava di stella marina, chiamata anche ofiopluteo vive una breve vita planctonica, per poi fissarsi al substrato dove avverrà la sua metamorfosi.
La stella gorgone è un animale innocuo per gli esseri umani, molto raro e schivo. Non ama la luce, tantomeno i flash delle macchine fotografiche. Se durante un’immersione notturna si dovesse incontrare una di queste stelle marine si consiglia di ridurre l’illuminazione e di non puntare la luce direttamente sul suo corpo. L’animale è estremamente fotosensibile, pur non disponendo di occhi. Meglio disturbarlo il meno possibile.
Photo Credits:
Foto di Thierry Baboulenne per flickr
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