Questo itinerario, come molti dei sentieri che attraversano l’isola del Giglio, comincia da Giglio Castello. Dovete spostarvi di poco verso sud, fino a raggiungere Poggio della Pagana, la cima più alta dell’intera isola. Fino ad arrivare alla località delle Porte. Dove comincia un viaggio nella preistoria dell’isola del Giglio.
Fate attenzione perché la zona, invasa da rovi ed erbacce, non è praticabile in tutti i punti. Nelle parti più libere noterete delle strane rocce che, da decenni, pongono non pochi interrogativi agli storici. Queste rocce sono scavate dalle cosiddette coppelle: si tratta di cavità di forma circolare dove, si ipotizza, le donne del Neolitico macinavano i cereali usando dei macinelli di granito.
Si è anche ipotizzato che potessero essere delle formazioni naturali. Ma in altri casi la mano dell’uomo è evidente. Alcune di esse sono molto ampie e fornite di scolatoi. Su altre pietre, le coppelle sono unite tra loro, come a voler formare una specie di percorso.
Oltre alla funzione pratica, è palese che le coppelle dell’isola del Giglio dovessero avere una funzione sacra. Perché furono costruite su pareti verticali, quindi del tutto inadatte a svolgere qualunque tipo di lavoro, che sia macinare il grano o raccogliere la rugiada. A questo bisogna aggiungere che la coppella rappresenta un simbolo sacro molto diffuso in tutto il mondo: quello del cerchio.
Il fascino delle coppelle dell’isola del Giglio è indiscusso. E alcune di esse sono talmente consumate da far pensare che l’isola potesse essere abitata addirittura in tempi più antichi del Neolitico. Quanto è remota la preistoria dell’isola del Giglio?
Fonte immagine: Flickr.com/photos/gioanola
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